Italia allo specchio.

Written By: bruno - Mar• 02•13

Grillo fa il buttafuori e quelli della casa(il Parlamento),stanno dentro asseragliati,con le loro regole condominiali.Quello (Grillo) strepita:fuori tutti, siete circondati,e, quelli dentro lo invitano minacciosi ad entrare,per fargli vedere di che pasta son fatti.Tutti maghi,tutti strateghi,il Presidente Napolitano,dopo  i disastri che ha fatto con il governo finto- tecnico desidera passare la mano,non vede l’ora di andarsene.Lassu’,al nord della Lega,cioè ancora piu’ su della Svizzera,ci danno del pagliaccio con poderose paccate sulle spalle,anche la regina d’Inghilterra  finge un attacco di diarrea per disdire una sua venuta a Roma.Grillo, in riva al mare, imbacuccato fino agli occhi,con il volto nascosto,occhiali neri,fa sentire la sua voce,ma forse è una registrazione dentro un manichino.Monti tesse il suo bozzolo in attesa di diventare farfalla testa-di-morto,e il compagno  di Grillo,Casaleggio,con i suoi lunghi capelli, ti aspetti che si metta cantare da un momento all’altro un rauco canto di San Remo,  invece parla di cosa si deve fare per il governo .Dentro il Palazzo tutti i ripetenti somari della politica,fuori i remigini attendono con la loro faccia pulita ed il colletto bianco,la sacca con la merenda al braccio,attendono l’ordine dal loro bidello per entrare,sanno, che, in quel Palzzo, diventeranno uomini,uomini e donne provati e cambiati  dalle fatiche,per sempre.Dario Fo,parla parla,e piu’ parla piu’ ammazza Grillo,lo ammazza,ma per amore, è un vecchio che si è smarrito sul palcoscenico,un vecchio che ha smarrito ogni contatto con la realta’,parla alle ombre,vede,sogna,sogna riscosse rosse di giovani marmotte,mentre cerca di sbolognare un suo libro scritto a piu’ mani,in fondo vuole vendere solo un libro.Morale,un Presidente in fuga,un manichino che parla in riva al mare,mentre il suo compagno con la faccia da cantante detta le regole,Berlusconi sbranato dai giudici mastini,Bersani,il morto,Renzi,”ghe pensi mi”,dal loggione gridano:pagliacci! E siamo solo alla cavatina del primo atto.

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