C’era un tempo in cui era messo male,proprio male,vi fu un tempo,vi dico, in cui il suo male stentava guarire,non guariva.Passava i giorni fissando il piccolo telefono portatile e aspettava,attendeva,sperava,desiderava, insonne la notte e il mattino appena spuntato aspettava ancora.Non venne mai nulla,nulla da quel telefono,mai,per quanto incrollabile fosse il suo desiderio,non squillo’ mai,e quel mai, un giorno fu per sempre,per sempre,muto.Guardo’ l’orologio,era appena sera,la gente non aveva acceso nessuna luce gialla,non l’azzurro degli schermi televisivi brillava negli angoli delle stanze,era presto,e, ancora il sole tardava,esitava immobile,all’orizzonte,esitava nel suo infuocato rosso,aspettava ,rosso in un cielo senza nubi o vento ,fermo,immobile come un occhio fermo che guarda e vede .Voci di passanti si azzittivano dietro le porte chiuse,non c’era piu’ nessuno, nessuno, solo,completamente solo,solo.Fu allora che guardando il suo portatile d’istinto spense il piccolo telefono,lo spense,con rabbia,premette il tasto di spegnimento che fu subito buio,muto.Quel piccolo coso non poteva piu’ parlare ,non poteva piu’ nulla su di lui,nulla,nessuno l’avrebbe piu’ chiamato,mai piu’,mai piu’, la notte fu senza sonno.Venne il mattino rosa e, accese subito quel suo piccolo strumento, presto,presto lo accese,lo guardo’,fisso’,ma anche acceso non dava alcun segno di vita,schiaccio’ un tasto,osservo’ con diligenza meticolosa l’ora, messaggi di un tempo, numeri impressi sul piccolo schermo muto.Da quella sera,per ogni sera,in ogni sera ,schiaccio’ implacabile il tasto di spegnimento,alla stessa ora,sempre la stessa,puntuale ,preciso, come non lo era mai stato.Lo fece in ogni giorno,e,giorno dopo giorno,ci prese gusto , imparo’ cosi’ ,con quel tasto ad uccidere il suo cuore, con quel gesto,imparo’ ad uccidere, l’amore.
Per un uso corretto del portatile.
Written By: bruno
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Giu•
21•14
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