Chi l’ha conosciuto,o creduto di conoscere prima,oggi non sarebbe piu’ in grado di riconoscerlo.In fondo, è fatto come molti altri,niente lo poteva distinguere allora, da quello che si crede di vedere ora.Allampanata medusa,fosforescente forma acquatica,di cui le macule fissano e sottolineano il movimento lento.Cosa fu?Cosa mai fu?O si credette fosse?Con decise mosse intrepreto’, in un lontano passato,gli eventi,e parti,e istanze,e lo fece come qualche cosa che riguardava il rigore,il suo metodo,la sua applicazione.Cosi’ sali’,sali’ ,fortunosamente alto, dentro la burocrazia di partito,ma volle salire piu’ alto,piu’ alto ancora osare,oltre il suo partito ,lontano dalla ferrea logica dell’avanzamento fissata negli anni.E quanti anni,quanti,finchè fu vertice,sommo, Presidente della Repubblica, inamovibile,chiamato, invocato da un popolo di attori nell’arte dei salt’imbanchi che, con facezie e ,come operose allegre api ingrassarono,nutrirono,servirono,questa specie di regina al maschile.Fu li’ che avvenne al fuco graziato, la metamorfosi,alato smise di volare,cambio’ le sue zampette in tentacoli morbidi e pendenti e insidiosi,come un ambra antica divenne il suo capo,damascato di eburnee frangie molli.Prese nuova vita,perdendo la sua antica forma, si adagio’, madido sul colle,esprimendo tutto e nulla,nulla,assolutamente nulla,si mise ad ondeggiare,come animale che la risacca trasporta dal mare ma non ha ancora gettato sella riva.Nessuno avrebbe potuto riconoscernerlo ora,nessuno,qualcuno insinua,nemmeno suo madre o suo padre,quello che sarebbe avvenuto di quel corpo e se, esprimesse,quel corpo, un qualche umano pensiero,per cui era motivo di interrogazioni e domande,domande naturalmente oziose,senza nessuna risposta.Cosa fu? Cosa avvenne?Pareva non appartenere piu’ al genere degli uomini,nessuno sa perchè o per colpa di chi se ne fosse allontanato con disgusto,privandosi anche delle ultime doti che potevano accoglierlo nella famiglia degli infelici.Nessuno sa, occoreva intendere il muto linguaggio delle meduse dell’oceano oscuro,di cui ,la maggiore,la piu’ appariscente abita il Quirinale.
Giorgio Napolitano.
Written By: bruno
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Set•
23•14
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