Dall’epoca di Danilo Restivo a oggi, li hanno chiamati in tutti i modi. Maniaci, pervertiti, pazzi, poi finalmente sono approdati alla definizione ultima: persecutori. E non importa che la vittima gli parli, che sia gentile, o che sia ostile, loro non si fermano. Lukas Oberhauser, 25 anni di Terlano (Bolzano), figlio di una nota famiglia del settore alberghiero locale, è uno di questi. Ha conosciuto Barbara Rauch, detta Babsy, durante lo stage di lei nell’albergo di famiglia. Da allora non è riuscito a staccarle, letteralmente, gli occhi di dosso. È diventato per lei una presenza opprimente, nonostante Barbara fosse felicemente impegnata con Philipp Carli, il marito e nonostante fosse madre (giovane, 28 anni) di una bimba di tre anni. Tutto il resto non esisteva, nemmeno la volontà di Barbara, lei doveva essere sua. Di fronte a una situazione rischiosa come quella, Babsy e Philipp hanno deciso di denunciarlo per stalking e Lukas è finito ai domiciliari, misura a cui la richiesta del suo avvocato e l’impegno di seguire una terapia psicologica, da parte di Lukas, hanno messo fine. Poi, il 9 marzo 2019, mentre alla Tv annunciavano il lockdown dell’Italia per l’emergenza sanitaria, Lukas ha sorpreso Babsy tra i tavoli del Bordeaux Keller, l’enoteca che la ragazza gestiva col marito a San Michele Appiano. L’ha colpita diciassette volte con un coltello da cucina portato da casa. Solo una di quelle coltellate si è rivelata letale, quella al cuore. Nel 2023 Lukas Oberhauser è stato condannato in via definitiva a 23 anni di detenzione.
Li chiamavano maniaci, invece sono assassini.
Kella Tribi.
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