Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Ott• 08•22

Serena Mollicone, 18 anni, scomparve da Arce, Frosinone il 1 giugno del 2001. Il suo cadavere venne ritrovato dopo due giorni in un bosco a Fonte Cupa. Il 19 marzo 2021, dopo una lunga battaglia portata avanti da Guglielmo Mollicone, è iniziato il processo a carico dei coniugi Franco e Anna Maria Mottola, il figlio Marco, tutti accusati di omicidio ed occultamento di cadavere, del vicemaresciallo Vincenzo Quatrale, imputato per il reato di istigazione al suicidio, e dell’appuntato Francesco Suprano imputato del reato di favoreggiamento. Tutti assolti.
Le sentenze non si discutono, ma in questa vicenda è come se la verità fosse destinata a rimanere per sempre sospesa tra ciò che è stato accertato e ciò che poteva essere accertato.
Sicuramente, ha pesato sulla mancata condanna l’assenza di tracce genetiche riconducibili ai Mottola, né sul corpo di Serena, né sulla porta della caserma dei carabinieri contro la quale, la ragazza avrebbe sbattuto la testa. Chi ha ucciso era un esperto di scene del crimine, perché ha utilizzato guanti per non lasciare alcun tipo di traccia.
La porta danneggiata all’interno della Caserma di Arce, considerata la chiave per la riapertura del caso, è stata sequestrata soltanto nel 2017, 16 anni dopo il delitto. In quell’occasione, la Procura di Cassino aveva dato incaricato di valutare la compatibilità del danno presente sulla porta con le lesioni presenti sul cranio di Serena, Il suo decesso non è stato cagionato dal trauma cranico, ma dal mancato soccorso. Serena sarebbe deceduta in seguito ad una lunga agonia.
La giovane era per il suo carnefice una testimone scomoda. Aveva scoperto circostanze che non potevano essere conosciute e doveva essere eliminata. Questo potrebbe essere il motivo per il quale il suo assassino le ha tappato la bocca con lo scotch prima di buttare come un rifiuto il suo corpo in luogo frequentato da drogati e prostitute
Soltanto Serena potrebbe rivelare il motivo per il quale ha perso la vita. Certo è che la versione fornita da Guglielmo Mollicone, probabilmente non sufficiente per la Corte D’Assise, sembrerebbe essere quella maggiormente plausibile. Il padre ha sostenuto sin dall’inizio che la figlia era intenzionata a denunciare Marco Mottola per la sua attività di spaccio. Un’intenzione che l’aveva indotta, qualche giorno prima dell’omicidio, ad intavolare una discussione con il maresciallo Franco Mottola.
L’11 aprile 2008 si è tolto la vita il brigadiere Santino Tuzi, che era in servizio presso la Caserma di Arce quando fu uccisa Serena. L’uomo aveva testimoniato al magistrato di aver visto entrare la ragazza nella caserma di Arce il 1° giugno del 2001 e di non averla più vista uscire. La sua deposizione non è però stata sufficiente ad incastrare gli imputati perché non verificabile.
Dopo ventuno anni la morte di Serena Mollicone resta ancora senza un colpevole. Una giustizia che non ha fatto giustizia.

Kella Tribi.

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