I funerali di Elisabetta seconda,Regina d’Inghilterra nella loro fastosa,monumentale rappresentazione sono la prova provata di quanto scriveva Friedrich Nietzsche sull’utilità e il danno della storia per la vita.Qui siamo davanti ad una rappresentazione fatta da donne uomini e bambini,soldati e sudditi vivi:sarebbe meglio aggiungere redivivi che hanno dato vita,a nuova vita ad un funerale con tutte le regole del passato ma:rivissuto e “creato di nuovo”:nuovo, per rappresentare una storia monumentale:la storia di un funerale e di come,oggi :come in antico ,si possa manifestare con sentimenti e partecipazione del lutto,del tutto originali ,anche se rievocativi.La favoletta dell’arte povera qui non regge,l’intenzione ed il concetto si esplicano e distendono nella rappresentazione;nella complessità della rappresentazione,si esprimono e, vengono espressi in tutti i suoi riti e rituali:vestiti e addobbi,bara compresa:con tanto di antica ,antica e, tradizionale bandiera.La cosa però ,in un percorso casualistico gesuitico si portebbe rappresentare in modo povero o,preistorico “moderno” -quasi questo non lo fosse-“contemporaneo”-quasi questo non lo fosse-concettualmente parlando ,politicamente corretto:troppa ricchezza e pompa,ma ,per quello , basterebbe un qualsiasi padiglione della Biennale di Venezia dove la storia monumentale dell’uomo,intesa come vita con il suo:”il genio sa dimenticare”, non avrebbe alcun senso e poi:il politicamente corretto non avrebbe ,come non ha ,in arte,spazio:la qualità castrata “dell’arte” di questi ultimi secoli”,comunque non si adatta o ,mal si adatta al monumentale,quello vivo,ma anche e ,sopratutto per il funerale di una regina,piuttosto per un funerale dell’arte.
Morta l’arte povera.
Written By: bruno
-
Set•
19•22
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