Dove sono i lapilli di te, la tua inesauribile brace? Dove la tua energia, il motore continuo dei nostri giorni, famiglia di uccelli alti sugli alberi? Dove le idee, le letture, le corse? Dove l’amore tuo di questo mondo, il fascino che ne subivi ogni tuo attimo, dove il nostro camminare? Non solo nei risvolti nebbiosi del mio ricordo, non solo nei tramonti che insieme vedemmo, stupefatti. Eravamo pezzi dello stesso tronco, e ora l’albero muore. e ora sento il limite del mio orizzonte come vicina carezza, misterioso amico Nelle mani nodose lo stesso destino. Rami distorti e vivi. Rispondimi con voce che io possa sentire, in questo cielo che a me ti ha negato.
Francesca Pierucci
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