La tua presenza in me
sboccia la mattina
al canto del garrulo uccello
nel giardino intriso
di quiete
e del mio passato dolce
di ciliegie cotte.
Sboccia come un fiore
dopo la pioggia e il suo fango proficuo,
dopo il pianto che scivola
sulle foglie
e di nascosto bagna la mia terra dandole voce.
La tua presenza tenace
nel mio ventre
che non può abbandonare,
perché lì è la tua anima,
lì il tuo piccolo sogno stracciato
da una vita
che è stata rincorsa
ininterrotta e in se stessa
chiusa
e riacciuffato come uccello
disperso di nido,
come ape lucida di sole,
che canta monotona
il riposo della tua anima
nella coppa che ti do
come calice alla sete infantile.
Francesca Pierucci
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