Perché chiudere la Ricci Oddi.

Written By: bruno - Apr• 17•18

Sostenere oggi una galleria come la Ricci Oddi credo sia una impresa utopistica,una vera e propria utopia in un epoca che nega l’arte come arte,arte come l’abbiamo sempre conosciuta:capacità di trattare tutta una serie di tabù portati ad una subblime ambiguità per cui si presta all’interpretazione ed al contributo con diverse interpretazioni tutte errate ma,che fanno in virtù di quell’errore la fama dell’arte.Il giudizio sbagliato sull’arte ne celebra la fama,un paradosso come si può vedere ma un paradosso che denuda il concetto di “arte”.L’arte,non è letteratura è stato già detto scritto no, l’arte non è letteratura ma,tutti quelli che hanno una laurea in letteratura e non, sparano episodi,scovano particolari nei corpi nelle forme sia pure in quelle informali,perfino in quelle che la negano,trovano un argomento,un sofisma una balla grande come una casa che,attribuita letterariamente all’arte,per quell’errore che ,abbiamo anticipato sopra rende l’arte un puro pensiero teorico famoso fondato sopra una teoria letteraria che parla di una materia che non è letteratura e quindi un falso,un paradosso insomma.Basterebbe osservare la politica della città in materia d’arte dove il quotidiano locale come cassa di risonanza al servizio di una Fondazione fondata,sul “mento” o su un “poetario” con tutto quel che segue ,sorretta anche da una politica-estetica di Padre Andrea Dell’asta per la chiesa volta al dissolvimento non solo di quello che viene esposto alla galleria ricci Oddi, non essendo questa ancora capace di attirare frotte di turisti che possano evidenziare il suo consumo,sopratutto con a capo un direttore-architetto volto al pensiero Fondazione di aderenza assoluta alla “contemporaneità” letteraria-sofistica in voga in questi ultimo centinaio d’anni, che usa,dicevo il suo falso concetto d’arte come ua clava ma, addirittura ne celebra la sua definitiva morte così come la si puo vedere morta nelle sale della Ricci Oddi?Come è possibile sostenere ,facendo il direttore ,un arte e la sua morte contemporaneamente?Ma l’arte,qualcuno dice oggi non è più quella “di una volta”,l’arte,secondo anche questo secolo è novità nel nuovo ,in un crescendo ,in un delirio paralizzante dove ogni cosa sta per arte e l’arte in nessun posto.

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