Mussorgsky.

Written By: bruno - Ago• 04•17

Difficile ascoltare il Boris Godunov di Messorgsky ,1839-1881 e non lasciarsi andare a qualche riflessione su questa immensa opera,Mussorgsky mi pare dovesse fare il militare ma preferì dedicarsi alla musica con una vita disperata afflitta da depressione e alcool e la solita misera.Opera immensa come dicevo il Boris,per chi lo ricorda,Mussorgsky è anche autore di ,”Quadri di un esposizione” .Ma per tornare al nostro Boris, qust’opera assieme ad altre è l’espressione delle nascenti così dette scuole nazionali,quando non nazionaliste.Uscivano abbandonavano,queste scuole modelli consolidati convenzionali ossificati anche se in sublimi esempi musicali,veri fiori di rigore e bellezza lontani però dalle diverse realtà.Nelle o nella scuola nazionale russa come sarà quella tedesca e francese etc. troviamo una gamma di intensità straordinaria,pescando questa musica nella tradizione e nel consolidato nazionale con espressività nuova,densità e procedere grafico di scrittura senza convenzioni ma testimone di un sentimento autentico che si presenta improvviso inaspettato sopratutto e mi piace ripeterlo originale.Forse ,anche in questa nostra epoca balbettantee afasica di concentrazione pretestuosamnete mondiale le scuole nazionali potrebbero ancora essere epressione originali ,figlie come sono e come potrebbero essere di un bagaglio immenso della cratività,anche,anche se, rimango convinto che la sostanza dell’arte è solo la sua materia ,soltanto la sua materia che ne contiene il perduto io ritorna ,nel modo di stendersi del tessuto,sublimazione di un gesto in una proiezione che ne riconfermi non solo il possesso,ma l’identità (questa è la meteria ed io ne sono il produttore proprietario,qui c’è qualche cosa che mi appartiene ma ho momentaneamente perduto sopratutto non lo voglio perdere,stendo la materia per ritrovarlo).L’arte nel farsi,produce e si riappropria rigenerandosi del proprio io, qualcosa di oscuro e psichico che si nasconde nella materia , la percorre,la ripercorre come in una oscena bellezza,densa di piacere, dove ogni parola fatalmente dentro vi muore.

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