Triste borgo selvaggio.

Written By: bruno - Mar• 31•18

Il sessantacinquepercento dei piacentini dice che Piacenza è una città triste.Triste e,in un intervista al quotidiano di Piacenza appare il parere di un dirigente milanese,di cui non ricordo il nome,un responsabile un menager che si esprime a favore della “bella” valle dove si trova,una valle delle tante che ha Piacenza e, l’opinione di un riccone che vede,la nostra provincia come un’oasi intatta ,specie di borgo selvaggio,borgo buono per viverci per chi desidera fuggire da Milano fa testo,rimane come scolpito sulle tavole della legge.Questo per una valle un borgo e per un uomo,un uomo in fuga verso il “selvaggio borgo” per rilassarsi.Ma,e c’è un ma ,Piacenza,la sua provincia e le sue deserte bellezze (basterebbe vedere o, voler guardare all’abbandono della montagna) non è un solo,non può essere solo un bel borgo per un milanese in fuga,per lui o qualcuno altro.A noi provinciali fanno sempre un certo effetto questi famosi,creano immediatmente sudditanza d’opinione quando quei signori,quei signori ,per venire nella nostra “triste provincia” sfatano un luogo comune,la convinzione cioè dei tristi piacentini di non essere abbastanza belli,per cui se arriva qualcuno,qualcuno che ha (anche) dei soldi,ci mettiamo in ginocchio adoranti le sue preziose labbra da cui scendono luoghi comuni come da una fontanella,in periodo di siccità.Che Piacenza sia un luogo triste e che le sue spopolate montagne si riducano a diroccate macerie per leggi balorde del nostro governo è un fatto,ed è uno di quei fatti che attraversano anche la città alle prese dell’inossidabile disgregazione dovuta ,come città anche ad una sua antica anacronistica sudditanza verso Parma,cosa che la spopola non solo della sua storia e della sua cultura,ma, per la crisi, anche del suo commercio.

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