La Galleria Mazzoni di Piacenza.

Written By: bruno - Giu• 18•12

In giro si parla,a volte si chiacchiera della cosidetta arte o sedicente tale quando è accompagnata da un valore sopratutto venale,del quanto costa,quanti soldi ci si possono fare,e,quando si parla di soldi tutti ci mettono il naso,le mani, l’anima, l’interesse,la vita.Una signora mi diceva,questa mattina,in Lago Battisti (ma io non ci credo), che, alla Galleria Mazzoni ci sono piacentini che portano tutti i dipinti che hanno accumulati i padri o i nonni,li portano dalla Mazzoni e li offrono(ma non basta) in cambio di uno degli splendori esposti in vetrina,sara,’ ma ribadisco che non ci credo,eppure oggi tutto è possibile.E’ possibile che a Piacenza non si sia prodotto nulla,cosi’ almeno pare secondo la logica attribuita dalla signora alla Mazzoni,Piacenza ha solo pittorucoli, come affermava un triste storico di montagna.Tutti,tutti i quadri di casa per il “valore “di uno esposto in vetrina.Inutile aggiungere che, quelli esposti, fuori e dentro la galleria Mazzoni tanto decantati nella nostra provincia ,in citta’ capitali, o, solamente capoluogo,nessuno se li metterebbe in casa,oppure,questi metropolitani li stanno vendendo,altrimenti se cosi’ non fosse,che senso avrebbe portarli nella nostra incivile Piacenza.Questi quadri dunque,tutti rigorosamente sui “libri” ,ma(per noi), rigorosamente delle boiate pazzesche,pare, sempre secondo la signora, che i piacentini,preferiscano il gioco di qualche filiale che vende prodotti di citta’ piu’ importanti.Capoluoghi,sedicenti” importanti”, perchè piu’ grossi,con piu’ case,palazzi,negozi,supermercati,posteggi,prefetti, sindaci,macellai,avvocati,professori,postini,qualche volta ministeri,e, ripensando a Piacenza, ci viene alla mente la favola del somaro con la pelle del leone.Cosi’ sono, in gran parte, le poche gallerie piacentine,succursali di un mercato artistico che non tira piu’ nelle citta’” importanti”,coperte come è logico di cascame “artistico” di qualche decennio fa ,coperte fino alla noia,e allora lo passano a qualche  signore di provincia,in un giochetto che noi speravamo tramontato gia’ nel sessantotto o forse prima,e, pensavamo fosse  forse esistito  per quanche frescaccione di campagna , o,fosse, forse solo frutto della nostra immaginazione.L’altro giorno nel buttare una borsa di immondizia che avevo sull’auto, ho aperto un cassonetto per la raccolta dei rifiuti e,con mia grande sorpresa l’ho visto zeppo,zeppo di bellissimi libri d’arte,storie dell’arte rilegate in pelle in cui dottissimi critici parlavano,descrivevano,imbonivano,come fanno questi avvocati artistici,spesso,sempre pagati con profumate notule.Ebbene,uno di quei volumi,ricchi di immagini e di parole parlava dei pittori  che viaggiano nelle gallerie,anche nostrane, a cui intelligenti(ma non tutti), piacentini, portano(cosi’ si dice), tutto l’artistico che hanno nelle paterne case per un solo,un solo orrore,orrore rigorosamente citato dai libri finiti nel bidone

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