Dicembre 31.

Written By: bruno - Dic• 31•14

Perché pensare a cose tristi,era l’ultimo giorno dell’anno,e chi se ne fregava di come andava il mondo,e chi se fregava, se il mondo aveva finito il suo annuale giro ,ne aveva visti anche troppi di giramenti annuali.Un minuto prima aveva allacciato le scarpe a Stefano ,Stefano aveva  fatto un finanziamento con la banca di diecimila euro per andare a puttane,come diceva lui ,ridendo.Lo ripagava a cento euro al mese per ripianare il debito.Stefano,un ictus, cinque anni prima,non sapeva nemmeno allacciarsi le scarpe ,e sognava Parigi.La patente non l’aveva più’, ma con  qualche raccomandazione sperava di riaverla,voleva andare a Montecarlo per via del Casino’.Che ci faceva Stefano in un posto schifoso come quello dove era nato,meglio Montecarlo ripeteva,o Parigi.L’ultima volta  con l’auto ,aveva abbattuto due sbarre di un passaggio a livello,ed ai carabinieri che lo avevano portato da sua madre aveva detto:state fuori,mia madre si spaventa,e i carabinieri si erano messi sull’uscio,fuori dalla porta.Poteva essere un mercoledì  trentuno di una qualsiasi  settimana,di qualsiasi anno,di qualsiasi,benedetto stramaledetto giorno,e,a lui che cosa importava di come andava il mondo nel suo ultimo giorno, non gli importava  nulla,nulla.Anzi ,era felice proprio in quel giorno,proprio felice,cazzate solo cazzate,la’ fuori,nell’ultimo giorno dell’anno,e in citta’,i giornali con le solite stupidaggini,un mondo di mugnai  tirava l’acqua al proprio mulino con ostentato altruismo,la televisione poi,un rosario,rosario mugugnato stradetto,recitato, da nausea.L’asfalto pareva un tessuto azzurro, e ,pensandolo gli venne in mente un cielo di velluto di Faulkner,banalità’,solo banalità’ ,scritte.Stefano era li’ che biascicava parole,in mezzo,sopra rifatti diseguali neri denti,biascicava sogni,desideri,delirii,doveva fare la radiografia ai polmoni Stefano, per le troppe sigarette fumate e che fumava,fumava ancora,bah!La radiografia,a cosa poteva servirle se non smetteva di fumare.La radiografia te la faceva lui,Stefano, con lo sguardo un po’ pazzo, indagatore,fisso,immobile,incantato, che non si capiva cosa, e dove guardasse ,forse un punto dietro le tue spalle,o di un  indefinito ,dentro di te ,remoto,misterioso,mentre ripeteva incomprensibili nomi di citta’ lontane,sempre più’ lontane,aggiungendo:se ti rompo,dimmelo.

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