Aida.

Written By: bruno - Mag• 27•15

Quando Verdi, al teatro khediviale dell’Opera del Cairo, il 24 dicembre 1871 diede la sua prima di Aida con grande successo, non poteva immaginare che casino sarebbe stata quella zona percorsa dalle sue melodie.Non poteva immaginare che, quel suo Egitto da bassa padana ,sarebbe stato sconvolto da lotte di religione, sgozzamenti,attentati dinamitardi, suicidi e quanto di bello può offrire oggi ,una lotta con un piede in paradiso e l’altro sul mitra.Quell’Egitto che ancora si ascolta,l’Egitto verdiano pieno di belle romanze,foreste imbalsamate,sepolcri e faraoni ,avrebbe viaggiato nei secoli incontaminato da quello reale che gronda sangue.E ,l’Egitto verdiano si può apprezzare ancora oggi, comodamente seduti,godere,con i suoi squilli di trombe,per la precisione: sei egiziane,quattro comuni,quattro tromboni, più’ la grancassa, poteva mancare in un Egitto padano la gran cassa?Tutto questo apparato interno al palco, rinforzato da una banda.Forse, un Egitto fatto da una grancassa e trombe, trombe indigene cioè egiziane,più’ tromboni e banda, oggi potrebbe fare sorridere se,l’arte di Verdi,la grande arte di Verdi ,non sapesse costruire sopra questo fantasioso Egitto un umanità’ piena di passioni e lirismo.Dimenticavo,nell’Egitto di S.Agata, ci sono ben quattro arpe, di cui due sul palco, ed alla strumentazione solita ,si aggiunge un clarinetto basso, tre flauti ed un tam-tam.Sonorita’ tutte che si avvertono nell’ascolto,quello di Verdi è un bellissimo sogno,uno spettacolo che inizia e finisce con delle passioni in musica,in un Egitto di cartapesta in cui non irrompe nessun terrorista suicida candidato al paradiso,un bell’Egitto insomma,bello, bellissimo,ottimo.Meglio del paradiso di un qualsiasi terrorista.

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