Il bar.

Written By: bruno - Giu• 27•15

La Mirella sapeva pesare e valutare un rapporto sessuale, ti spiegava di che grandezza e di che qualità fossero stati quelli trascorsi e quanti,e, se il tuo era insufficiente,non te lo faceva pesare,anzi,semplicemente aspirava forte con il naso,storcendo la testa, mentre si infilava le mutande.Aveva conosciuto anche qualche negro, per lei i migliori,con uno di questi aveva fatto anche un aborto di quattro mesi,due gemelli.Un giorno la Mirella,incontra il Nando,un cosino rosso e glabro, di spelacchiato curvo commerciante che, quando “faceva l’amore” con lei, nella sua camera , girava verso il muro la foto di sua madre messa sul comodino.Con la Mirella il Nando fece due figli ,che appena raggiunta la maturità’ si drogarono,nessuno ne parlava,allora drogarsi era questione di minoranze.Il Nando, da sempre commerciante di stoffe, apri’ un bar davanti ad uno zuccherificio in aperta campagna affacciato ad una via di gran traffico,lo zuccherificio oggi non c’è più’,della fabbrica e’ rimasta solo una ciminiera di mattoni carminio fra alle rovine calcinate, e il luogo,un tempo pieno di gente che lavorava lo zucchero, resto’ per lungo tempo e per sempre , deserto.La Mirella mori’ d’inedia ancora giovane,si consumo’ piano piano,senza che nessuno spiegasse la sua rara misteriosa malattia,il Nando morì più’ tardi, dei figli non si seppe più nulla.Passando davanti al bar del Nando, questa mattina c’erano dei teloni di plastica tesi sopra le impalcatura nere, avevano cominciato a lavorare,nelle stanze aperte e vuote piene di polvere illuminate dal sole,non c’era più’ il bancone del bar,non c’era più’ il Nando né le sue sedie e ,della Mirella,che non aveva mai visto da viva quel luogo,come dei suoi due figli, tutti si erano dimenticati.

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