Gazzola,Caramel,Tino Maestroni,Giorgio Bocca.

Written By: bruno - Gen• 08•12

Le citta’ di provincia,e Piacenza lo è, hanno i loro riti,i loro “intellettuali”,un  certo Gazzola,di cui non si ricorda purtroppo il nome, si spaccia per critico d’arte,e,da buon provinciale milita per la solita zuppa globale del “nuovo”.Come tutti i provinciali,specialmente se “citici”scrive paginate di roba illeggibile sul nostro glorioso quotidiano Liberta’,la Fondazione della Cassa di Risparmio,spreca pagine e pagine per questo “nervosa provinciale” vena,pubblica di quando in quando anche dei  volumi.In un articoletto di oggi ,il Gazzola, cita,tanto per non sbagliare e abbagliare Caramel a proposito di Romano Tagliaferri,pittore insegnante,morto qualche anno fa,Romano dovette darsi all’insegnamento per la difficcolta’ di vivere solo di pittura.Inutile precisare che Caramel è stato aggiunto solo alla morte di Romano, per la vanagloria di qualche suo tardivo estimatore.Romano,in vita, Caramel non l’ha mai visto e Romano Tagliaferri meriterebbe molto di piu’ di un Caramel o Gazzola,che,non capendo un tubo del nostro pittore recitano a soggetto il “loro” repertorio  criptico.Il “critico”,Gazzola tanto per intenderci cita fra le ordinate  sbrodolature la cosidetta scuola di Piacenza a cui appartenne Romano secondo una “critica” tutta piacentina,scuola che non esiste,creata solo dalla megalomania di qualche frustrato pittore(e non fu Foppiani a volerla),che volendo essere maestro si è attribuito anche una scuola,quella di Piacenza appunto.altrimenti che maestro e che scuola sarebbe stata senza seguaci.Se,il nostro Gazzola fosse quello che vorrebbe essere, si sarebbe informato del lavoro di Romano e di questi pretesi maestri ,e,da questa piccola operazione avrebbe appreso che costoro(Foppiani) fino al 1982 partendo da una qualche figurazione (Spazzali)erano approdati all’astrattismo,escluso Cinello,improvvisamente Foppiani dopo l’82 diventa figurativo,muore credo nell’ottantasei,quei quattro anni avrebbero “creato” uno stuolo di seguaci,tutti figurativi,e l’assurdo è che tutto quello che è figurativo è”scuola di Piacenza”,ma non si capisce per quale motivo molti si sono messi a ruota,visto che lo stesso Foppiani fu appena celebrato in morte,con poca eco,con poca costanza,quindi fu ed è un pittore senza successo internazionale  in vita e in morte.Foppiani,pittore di grande umanita’e sincerita’ aveva lavorato,sperimentando la materia,e questo lo distingue dagli altri due, nella cerchia di Spazzali,assieme a Cinello.La scuola di Piacenza è appunto questo,Spazzali,Foppiani,Cinello,punto,il resto è tutto cascame,dove si possa ravvisare una scuola di tre persone non lo si capisce bene(Ricchetti,pittore antitetico a Foppiani non lascia e, non si sa perchè, alcuna traccia,e Ricchetti ha contato nella citta’),ma lo si capisce dal fenomeno voluto ad arte di qualche furbo che ha smerciato una scuola un gruppo cantandosela e sonandosela.Questa è la provincia,specchio della metropoli,e la metropoli è sempre piu’ provinciale di ogni piccolo centro,dove  sempre”qualcuno” offre lo specchio a qualche curioso individuo.In un bellissimo pezzo di Giorgio Bocca su Piacenza di molti anni fa,vediamo il giornalista divertito parlare con Tino Maestroni(i piacentini si indignarono),Bocca non capi’ Maestroni ,un poeta che non sfigurerebbe al Maxxi di Roma oggi o in qualche fondazione americana.Bocca si limito’ e si diverti’ alle “assurdita’” maestroniane non capendo di trovarsi davanti al piu’ geniale artista della nostra contemporaneita’.Bene, ma chi porto’ il giornalista da Tino,perche’  Bocca parlo’ di merda,di soldati,caserme,di poveri ricchi,qualcuno deve avergli dato una dritta e quella dritta veniva da un piacentino che si divertiva a pisciare sulla citta’.Per intenderci meglio, quello che ancora oggi pisciando stringe nel suo pugno lo specchietto con dentro qualche provinciale che imita un altro provinciale di citta’.

Possa Aristide

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