Odifreddi contro Lucrezio.

Written By: bruno - Giu• 26•14

Odifreddi,il parassita di Lucrezio ci riprova, con il suo nuovo lavoro su Lucrezio,dal titolo che non ticordo ma, che in ogni caso, non ricorda Lucrezio,pur essendo una traduzione quasi letterale del titolo.Eccolo in televisione, con una”spalla adulatoria”  (gli adulatori sono valletti di prospera fortuna, secondo Epicuro),eccolo parlare,sparlare del poeta,scienziato, Lucrezio  ma, sopratutto filosofo  epicureo,epicureo Odifreddi,di quelli che affermavano che Dio c’è,ma non si occupa delle cose del mondo,lei, evidentemente chiama Dio qualche cosa che nulla a che fare con Dio.E qui’ potremmo chiudere (visto che Dio c’è secondo Epicuro,) ogni ragionamento,lo stesso Epicuro, con questa affermazione,taglia la testa al toro e apre tutte le variabili possibili,combinazioni fisiche sull’uomo e sul mondo.Odifreddi con la sua matematica si mette a lambiccare su Lucrezio,cose che, Lucrezio ( epicureo) non ha mai estremizzato (gli dei della superstizione sono un invenzione umana e non si occupano delle cose del mondo,riafferma Lucrezio),Odifreddi,dice gli dei della superstizione,ripeto  dei, non Cristo,nessuno, nemmeno la sua aritmetica  potrebbe negare che il cristianesimo  avrebbe potuto cambiare  e ha cambiato se non cancellato anche la scuola d’Epicuro,di cui lei,è un solitario eretico  pitagorico transfuga.Negare e, stravolgere la spiritualita’ epicurea  è  il motto  di Odifreddi .Non si puo’ scrivere il De rerum Natura,senza avere una visione precisa , supportata da una profonda preveggente fede nelle leggi che governano l’universo,accompagnato da stupore immenso che si riempie di credo  , specie in  quel  canto a Venere genitrice.Quel Credo,quell’universale incipit, Odifreddi, sono la  fede profonda di Lucrezio,un passo verso Dio non convenzionale,ammantato pero’ e negato da uomini  come lei, di sola carne e materia avvolti (che null’altro la natura latra,se non che dalla carne s’estranei lontano il dolore,si spengano angoscia e terrore,si goda di mente schiarita,contenta),carne  materia e parole  che, Lucrezio esprime in un poema che è un inno alla poesia (Poi su una sapienza buia misteriosa luminosi versi plasmo,tutto ingemmo d’incanto musicale) e   qui’ sa  di Vero  Dio .Dedica Lucrezio, a  Venere genitrice,la sua prima invocazione, subblime,feconda,perpetua,amorosa,imperscrutabile,onnipresente anche carnale ardore, istinto delle cose.Ora,  metta su di un piano piu’ epicureo (spirituale), questa fecondante   Venere,la trasfiguri, come fa la poesia ,pensi alla Madonna come Genitrice che Immacolizza i gesti del  mondo senza scandalizzarsi,dica, o aggiunga  che, Epicuro, era  uomo  parco,beveva acqua e si accontentava di vivere in poverta’ come semplice spettatore .Quando si sara’ fatto,e avra’ fatto, questa piccola precisazione,cerchi di vedere il Poema di Lucrezio come opera di uno spirito che lei non possiede,nè potra’ mai possedere,uno spirito che, spogliato di significati immediati che ottenebrano non solo  la sua mente,ci mostra la potenza di una vitalita’ universale,che lei non percepisce,che lei non ha,o non desidera avere.Mi dia retta,la smetta con Lucrezio,si dedichi a Topolino,che non è mai andato in chiesa e non conosce Dio.

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