Ghittoni Conservatore di Museo.

Written By: bruno - Mar• 24•17

L’Urtiga è una rivista piacentina,rivista con articoli vari, guarnita con i soliti vari commenti e approfondimenti ,dentro questa rivista ho trovato, ed è appena uscita di fresco un articolo della Poli che riguarda Ghittoni,Ghittoni come conservatore del museo Gazzola che, in quegli anni si andava accumulando nel palazzo Gazzola.Ghittoni pittore piacentino ed insegnate di figura in quell’istituto aveva ottenuto l’incarico di conservatore in seguito ad una mostra che aveva allestito non ricordo più di che genere e per chi(andate a leggere l’urtiga),comunque aveva ottenuto la nomina di conservatore.Nell’articolo di Valeria Poli,si leggono vistose critiche fatte al pittore in qualità di conservatore del museo,critiche anche da parte di Oietti,allora direttore del Corriere della Sera (sic).C’era anche chi (eravamo al tempo del Duce), voleva fare di quella scuola un istituto professionale e finirla li.Ma torniamo al nostro Ghittoni in qualità di conservatore del museo,la critica era che tutto si trovava ammassato non in ordine esposto in modo sommario.E me la ricordo ancora quella scuola quando aveva tutti quei bei reperti a portata d’occhi ,dove il medio evo si trovava accanto ad un capitello corinzio,dove una statua romana poggiava vicina ad una fontana cinquecentesca.Visione miracolosa fantastica senza tempo che ci faceva esercitare a colpo d’occhio lo stile e l’epoca (lezione Arisi).Oggi il Gazzola è inesorabilmente vuoto,un palazzo tutto vuoto se si escludono alcune stanze adibite a museo chiuse a chiave che vengono aperte in qualche occasione,la grande festa dei secoli è scomparsa svanita.Portata in qualche museo,in qualche scantinato,ordinata lontano sotto vetro ,sotto chiave,vorrei dire quasi sotto spirito.C’è ora a capo di quelle esposizione uno scienziato/a della materia,uno o una che spacca le date in quattro,una specie di callista dele immagini,qualcuno/a che avendo fatto letteratura ad indirizzo specifico,si è messo in testa di capire d’arte e, quando arriva uno/a,uno/a che crede di capire si capisce,tutto scompare svanisce, anche l’arte,l’arte che in fondo è solo magia.Il museo ideato da Ghittoni,come quello della Ricci Oddi, allora diretto mi pare da Sidoli ed in seguito da Arisi era tutto un altra cosa,c’era atmosfera,c’era la mano del pittore e dello storico sensibile simile a quello in cui Freud si teneva nel suo studio con il tavolo ingombro di reperti,per cui uno poteva abbandonarsi unire, legare,guardare scorrere pensare,meditare,smarrirsi fra un passo e l’altro nel tempo passato o nel tempo presente.Inutile dire che le critiche fatte allora da qualche potente della stampa a Ghittoni non valgono un fico secco,anzi, di quelli giustamente non si sa più nulla,nulla di nulla anche perché quelli sono i fautori di coloro che oggi hanno ridotto i musei strapieni di orrore di regime ,pagati da una forzata collettività che generalmente schifa tutto quelle macerie.Per fortuna o per merito invece, anche grazie alla mostra recentemente messa in campo da Corrado Sforza Fogliani , Ghittoni l’abbiamo ancora, l’abbiamo ancora qui davanti agli occhi,abbiamo il suo lavoro e il ricordo del suo splendido museo dove uno poteva perdersi sognare rivivere.

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