Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Mar• 23•24

Giulia Ballestri uccisa dal marito, il racconto choc: “Le ha fatto ingoiare i denti”
Accanto al cadavere, a poca distanza dallo spigolo dove lui le aveva ripetutamente fatto battere la fronte, c’era uno degli incisivi di Giulia. L’altro, invece, era conficcato nella gola della donna, segno che lo aveva perso quando era ancora cosciente e capace di deglutire. È solo uno dei passaggi delle 188 pagine delle sentenza con cui la Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha condannato all’ergastolo il dermatologo Matteo Cagnoni per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri nel 2016. La sentenza, che ha confermato quanto deciso dai giudici di primo grado sul femminicidio di Ravenna, ha fotografato alcune delle scene più brutali del massacro di via Padre Genocchi, dove Giulia è stata assassinata a randellate, dopo essere stata denudata dal marito.
Stando a quanto ricostruito in sede processuale, la vittima, 42 anni, madre di due figli, era seduta in poltrona intenta a osservare quadri accatastati nella villa disabitata, quando Matteo Cagnoni l’ha colpita con estrema violenza con un bastone. Credeva che fosse morta e per questo l’ha trascinata per i piedi facendole sbattere la testa gradino dopo gradino. “L’itinerario della dinamica delittuosa – si legge nella sentenza – ipotizzava che Giulia fosse stata dapprima colpita con un tronco di legno. da un imprecisato numero di bastonate, tali da proiettare sui dipinti e sulla balaustra le macchie di sangue, sarebbe stata poi trascinata lungo la grande scala in legno, in salone, poi in corridoio e poi da lì lungo la rampa in discesa fino allo scantinato dove, dopo essersi alzata in piedi, è stata scagliata due volte contro lo spigolo del muro”.
I fatti risalgono al 16 settembre del 2016, quando Giulia è uscita per l’ultima volta di casa con il marito Matteo Cagnoni. I due, che vivevano da separati in casa in attesa della formalizzazione del divorzio, hanno fatto colazione insieme, per poi ritrovarsi nella villa disabitata dei nonni dove avrebbero dovuto valutare insieme alcuni quadri. È lì che quella stessa mattina Cagnoni ha aggredito la moglie con un pezzo di legno. Dopo il delitto Cagnoni si è ricomposto ed è ritornato alle sue attività. E’ andato a prelevare i figli per portarli nella casa del padre a Firenze. Rintracciato due giorni dopo, Cagnoni ha tentato la fuga
Movente del delitto, era quella feriita nel suo ego. Secondo i giudici Cagnoni manifesterebbe una “personalità complessa, autoreferenziale, acritica, che vede il sé al centro dell’universo, con irrilevanza di tutti gli altri”.

Kella Tribi

Guerra.

Written By: bruno - Mar• 22•24

C’è chi vuol fare la guerra,ancora oggi si ricorrre alla possibilità di guerra,come non bastasse e o non bastassero quelle,diffuse in corso:quelle non bastano più.Pare ne occorra una più grossa,importante per i soliti maestri-cattivi- e ministri e ministeri-cattivi- che danno alle ortiche le loro-cattive- mansioni e,nel fallimento loro dichiarano ancora (sic) guerra.

Piantatela.

Written By: bruno - Mar• 21•24

E’ un problema,un grosso problema dire a chi fabbrica missili e cannoni:che costano,fra l’altro un occhio della testa,dire a costoro di smetterla,piantarla con tutto quel costosissimo arsenale.E’ un problema,un vero problema,un grosso problema:sopratutto un grosso,redditizio mercato per cui costoro e i loro clienti fanno orecchie da mercante.E si ha un bel dire,ripetere di piantarla.Si,si ha un bel dire:inutile e antistorico bel rimuginare:mugugnare contro la montagna di soldi,denaro contante che si mettono-costoro- in tasca.

“La storia infinita”.

Written By: bruno - Mar• 20•24

Sta succedendo. Si sì mi dispiace ma è cosi. L’appiattimento generale della comprensione è un atto. La gente si muove, parla non facendo altro che mugolare banalità con la monotonia di un carillon da altri caricato. Non capisce più, forse non vuole nemmeno volerlo fare. Più comodo prendere slogans a prestito dalla asservita pubblicità unica a pensare, pardon a far pensare ciò che altri hanno impostato I pochi che cercano ancora di comunicare di ragionare e fare ragionare sono sommersi dall’ onda del vuoto di turno che avanza. Come ne” La storia infinita” il ” nulla che avanza e distrugge”.Dove l’ unico antidoto è la creatività del giovane protagonista che essendo umano potrà ricreare il mondo rinominandolo.

Paola Mars.

Guerra.

Written By: bruno - Mar• 20•24

Europa “unita”,America Medio Oriente ,Russia Ucraina,delle innumerevoli guerre in corso ,oggi sono quelle sotto la lente dell’informazione:par di sentire un motivo di sottofondo a questa economia globale,economia che oggi non tira più,non tira più nel senso di come tirava un tempo.Ed è tempo di vendere e produrre armi:svendere le vecchie e farne-spararne- di nuove,più efficienti,il mercato tira e la guerra ,le guerre ne consuma a vagonate,il resto è solo chiacchiera.

“Sfogarsi”.

Written By: bruno - Mar• 19•24

C è chi dice e parla parla,c’è chi fa,e chi vorrebbe fare,ma non può:poi,poi ci sono le cose che succedono e si presentano ricche di consegueze,non del tutte volute ma che viaggiano,viaggiano per inerzia.Ed è vero che le “cose”,le cose dico si condiscono con tante altre parole e che,nonostante tutto e le altre parole ancora si raccontano e si spiegano:sopratutto si raccontano a sè stessi nell’illusione che si avverino.Poi ci sono i fatti,i fatti che hanno una loro vita e che non posssono spiegarsi perchè non lo devono:lo fanno.

“Potere”.

Written By: bruno - Mar• 18•24

Attaccarsi alla mammella del governo o,del potere è poca cosa,poca perchè non da alcuna “felicità” futura,il tempo come il mare corrode i poteri e il desiderarlo è senza futuro.Putin sta in sella:sta in sella del potere e tanti,tanti come lui,lo invidiano dimenticando il tempo ,il tempo che corrode e dissolve tutti i poteri:forse qualche moneta o soldo o monetina li ticorda corrosi,li ricorda,corrosi in effigie,quello che il tempo e la memoria-corrosa- ha per sempre dimenticato o,cancellato.

Candidato.

Written By: bruno - Mar• 17•24

In Russia dovrebbe vincere Putin:Putin o Putin,fate voi:anche perchè c’è solo un Putin e,vincere contro sè stesso sarebbe un caso psichiatrico,da manuale.Insomma Putin e o Putin,anche il mago più scalcinato lo potrebbe predire e,azzeccarci.Putin o Putin,e c’è chi la chiama democrazia.

Inferno.

Written By: bruno - Mar• 16•24

Lasciate Macron alla sua guerra,che vada lui ,alla guerra,che faccia lui come fa per tutti,e faccia,anche la guerra che,se poi ,la perde ridiamo tutti dai sepolcri.E’ una vera e propria bacata mania quando e,quanto qualcuno desideri con un intero continente precipitarsi all’inferno,come se,questa vita non avesse la sua bella parte d ‘inferno:almeno da molti-ma non per Macron- inteso come autentico ,assoluto vero inferno.

Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Mar• 16•24

Mara Calisti era una ragazza di 36 anni, indipendente, amante della montagna, la musica ed aveva alcune frequentazioni intime ma pare nulla di particolarmente rilevante
La sera del 14 luglio 1993 ospitò nella propria abitazione a Todi (Perugia) il padre che dalla campagna era venuto a farle visita per qualche giorno.
Quella sera dopo la cena venne a trovarli una vicina di casa, la signora Maria Latterini, Mara rimase a parlare con la sua amica fino alle ore 23.30. Alle ore 3 e 45, il signore che dorme al piano di sotto avverte un rumore sul suo soffitto, un tonfo. È proprio a quell’ora che il padre vede la figlia entrare nella sua camera ed accasciarsi sanguinante sul pavimento mormorando: “Babbo, guarda cosa mi hanno fatto”.
Mara presentava una sola ferita all’emitorace destro di forma triangolare (dovuta per esempio a un punteruolo, un cacciavite) al livello della quarta costola. La traiettoria del colpo aveva una inclinazione marcata dal basso verso l’alto, con una profondità di 8 centimetri ed aveva lesionato l’aorta in due punti. Una ferita che aveva permesso alla vittima di rimanere cosciente per circa 30-50 secondi. Mara indossava solo mutandine e reggiseno e, curiosamente, una grossa collana di corallo. I soccorsi sono vani, muore durante il trasporto in ospedale.
La finestra della sua camera è chiusa con la tapparella abbassata. Si trova al quarto piano, nella stanza non è stato asportato nulla, né la borsetta e nemmeno i gioielli
Si inizia ad indagare: nessun passato tumultuoso, nessuna persona che avrebbe potuto avercela con lei
Mara sembrerebbe aver avuto una relazione con un uomo sposato più grande di lei, tra l’altro si parlò anche del fatto che la ragazza pochi mesi prima avrebbe interrotto una gravidanza. Ma perché avrebbe dovuto incontrare una persona a quell’ora con il padre in casa?
Suicidio? E l’arma? Proprio la mancanza dell’arma ha fatto escludere subito l’ipotesi del suicidio
Come sempre accade nei delitti “della stanza chiusa”, la soluzione logica del giallo non esiste.
Sono trascorsi oltre 30 anni, e il delitto è rimasto irrisolto.

Kella Tribi